Secondo la Commissione europea, l’industria del riciclo diviene sempre più strategica per la riduzione dell’impiego di risorse naturali e per migliorare l’efficienza energetica. Nel Vecchio Continente il settore del riuso produce un fatturato di 24 miliardi di euro grazie a 60 mila imprese che impiegano mezzo milione di addetti. L’UE ospita circa il 50% delle industrie che nel mondo lavorano partendo dai rifiuti. Il sistema moda produce ogni anno tonnellate di scarti che finiscono in discarica che potrebbero essere nuovamente inseriti nel ciclo produttivo e questo avviene nonostante i molti studi che cercano di mettere a punto sistemi di ottimizzazione delle possibilità di riuso. L’ultimo rapporto ISPRA sui rifiuti speciali, stima che il 37,4% dei rifiuti non pericolosi del manifatturiero provenga da tessile, abbigliamento e industria conciaria.

Per quanto non possa essere considerato fra i settori a maggiore criticità ambientale, la produzione del sistema moda comporta, quindi, l’emissione di sostanze inquinanti nell’atmosfera e nelle acque di scarico e lo scarto di residui di lavorazione, in parte classificabili come rifiuti speciali e/o tossico-nocivi. Inoltre, occorre considerare anche gli impatti a monte del processo produttivo, cioè la produzione e la prima lavorazione della materia prima, nonché quelli connessi all’utilizzo del prodotto ed al suo smaltimento. Rispondere al paradigma della sostenibilità rappresenta per il sistema moda italiano, un’opportunità anche in risposta alle esigenze di tutela della qualità che provengono dai consumatori. Non va dimenticato, infatti, che nonostante la crisi economica sembri spingere spesso in una direzione opposta, il tessile abbigliamento – made in Italy – si caratterizza sempre più per produzioni di fascia alta, che riescono a resistere alla concorrenza basandosi su prodotti ad alto valore aggiunto.

Lo studio descrive il fine vita dei materiali di scarto risultanti dalla produzione delle industrie del Sistema Moda, dei più rilevanti progetti, strumenti, prodotti e metodi di riciclo/riduzione/riuso finalizzati a tradurre il fine vita in nuove opportunità di business e cerca di fornire una comprensione adeguata circa la riduzione, il riciclo e il riuso degli stessi materiali e sul ruolo chiave che l’eco-design di moda gioca al servizio della sostenibilità ambientale soprattutto per quanto riguarda l’ottimizzazione del “fine vita”.

 

Progetto Data Autore
Greenies – Green Development of Fashion Industries Ottobre 2013 Ares 2.0, Sinergie

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